È VERO: I DAZI SONO UN'OPPORTUNITÀ


Vi dico una cosa: se fossi statunitense (statunitense, non americano: l’#America è un continente che comprende molti altri paesi, che meritano rispetto), sarei decisamente soddisfatto dell’accordo siglato da #Trump.

È un accordo fatto nell’interesse degli #StatiUniti. Avevano una bilancia commerciale sfavorevole e hanno fatto ciò che andava fatto: svalutazione monetaria e dazi. Inoltre, hanno portato nuove risorse al paese, ad esempio con l’accordo sull’energia. A me pare un ottimo accordo, per loro.

E cosa dovrebbe fare il capo di un governo (in questo caso anche di uno Stato), se non difendere gli interessi del proprio paese? Mi rendo conto che, dalle nostre parti, la cosa possa sorprendere, ma è così che dovrebbe funzionare: la politica dovrebbe servire la comunità che rappresenta.

Mi sento costretto a una precisazione tanto banale perché leggo i commenti di alcuni europeisti disperati che, pur di non ammettere che l’Unione Europea è una Cloaca Maxima, se la prendono con Trump, il presidente di un altro paese. È una reazione piuttosto curiosa.

Certo, questi dazi per noi saranno un problema: con ogni probabilità, per continuare a essere competitivi nel mercato internazionale — con le attuali regole — saremo costretti a un’ulteriore svalutazione interna, a scapito di lavoratori, pensionati e dello stato sociale in generale (sanità, ricerca, trasporti pubblici, scuola e tutto il resto). Saremo, insomma, costretti a indebolire ancora la nostra domanda interna. Dico "ancora" perché è quello che facciamo da decenni, come ha ammesso di recente anche il "pentito" Mario #Draghi.

A #Washington, in effetti, avevano anche un’altra strada: sarebbe bastato fiaccare i redditi, indebolire la capacità di acquisto degli statunitensi e ridurre le importazioni. Insomma, ricorrere all’austerità. Esattamente ciò che abbiamo fatto noi finora — non a caso in contrasto con l’interesse del popolo. A loro sarebbe bastato un Mario #Monti qualsiasi. Invece hanno Trump.

La guerra commerciale, del resto, non nasce con Trump: questa è solo la favola da dare in pasto all’opinione pubblica per costruire un comodo capro espiatorio. L’#austerità è una sorta di dazio, solo peggiore, perché danneggia i popoli dei paesi che la praticano (come il nostro).

In questo senso aveva ragione — e mi spiace per chi si sia scandalizzato per quell’affermazione o si scandalizzi ancora — chi vedeva nei dazi statunitensi un’opportunità.

Ci aiutano a capire cosa dovrebbe fare davvero la politica: difendere gli interessi dei popoli che rappresenta. L’#UE, da sempre, persegue obiettivi opposti, ed è ora di prenderne atto. Lo fa, peraltro, con la complicità di classi dirigenti nazionali che tradiscono il proprio paese.

La seconda cosa che ci fanno comprendere è questa: se i #dazi ci penalizzano, è perché — molto semplicemente — abbiamo puntato tutto sulle esportazioni. Se affidi la tua economia al mercato estero, è inevitabile che il dazio diventi un’arma di ricatto. Chiunque finirebbe per soccombere. Lo fa Giorgia #Meloni, che aveva promesso di battere i pugni e invece batte i tacchi davanti a #VonDerLeyen. E lo farebbe #EllySchlein, che dimentica di sostenere la maggioranza a #Bruxelles e la Commissione Europea.

I dazi sono un’opportunità perché ci costringono a riconoscere che abbiamo sbagliato tutto: ci siamo venduti l’anima, e l’Unione Europea si è rivelata una trappola. A dispetto di quanto ci hanno promesso per decenni.

Ma non lo ammetteranno mai. Vi diranno che è colpa di una persona: Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni, persino Trump. Lo faranno per nascondere la verità fondamentale: abbiamo abbracciato il paradigma neoliberale della svalutazione dei redditi, del lavoro e dello stato sociale, perché da decenni ce lo impone l’Unione Europea, con la complicità delle nostre classi dirigenti — di ogni colore politico. Siamo stati ingannati da chi ci ha raccontato un sogno, per poi sfilarci quelli dei nostri stessi figli.

L’unica possibilità è fare come fanno gli Stati Uniti. L’unica possibilità è seguire l’esempio dei paesi e dei popoli liberi (almeno su questo fronte).

L’unica possibilità è liberarsi di padroni e collaborazionisti.

SAVINO BALZANO

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