Forza Italia è la spina nel fianco / arma di ricatto del centrodestra dal 2012.


Il Governo dopo due anni di signorsì e testa china all’Unione europea fa un minuscolo timido passetto sovranista (voto Von Der Leyen, viaggio Cina, no della Lega sulle armi a Kiev)…

Ed ecco puntualissima la mossa di ricatto di Forza Italia, che agli ordini di Bruxelles e della NATO apre ad una ipotesi di crisi di Governo, con quell’idiozia dello Ius Scholae.

Questo modus è palese ormai dal 2012, quindi dare il beneficio del dubbio a Meloni e Salvini sulla bontà di allearsi in continuazione con quei letteralmente traditori della patria di Forza Italia è molto difficile. Posso pensare, che forse si sia creduto di poterla controllare, una volta ridimensionata elettoralmente. A quanto pare, è stato un ragionamento sbagliato.

Una cosa però è cambiata dal 2012: BERLUSCONI è morto, ed è ora di svegliare gli elettori di Forza Italia dal sogno fatto di Jingle, paillettes e nuvolette azzurre e chiarirgli una volta per sempre che votare per quel partito vuol dire votare CENTROSINISTRA.

Come fare? Non allearsi più, ne sui territori, ne a livello nazionale con quell’arma di ricatto nelle mani della Ue che si chiama Forza Italia.

Questo può costare una sconfitta iniziale, forse. Dico forse, perché non si può sapere quanti ancora voterebbero per una Forza Italia isolata al centro, e quanti voti invece verrebbero recuperati fra gli astensionisti e portati ad un ipotetico fronte sovranista libero finalmente dai ricatti.

Ma dopo una sconfitta iniziale, una grande chiarezza e una grande vittoria duratura nel tempo.

Ma questa è l’ultima chiamata. Continuare fin qui a farsi ricattare da Forza Italia (e dalle sue diramazioni nei vostri partiti, leggi Zaia) può essere ancora considerato roba da ingenui, da sprovveduti. Da qui in avanti è roba da COMPLICI.

Si, questo è un inutile appello a voi, ma anche ai vostri sostenitori qui sui social. Siete voi che tenete in vita Forza Italia e il PPE dopo già mille tradimenti. Trovate il coraggio di andare avanti senza di loro.

SIMONE DI STEFANO

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