La sinistra è campionessa di disinformazione


Rileggono a proprio piacimento i pareri della Commissione e scomodano addirittura Mattarella. Disinformazione a go-go




Dall'Europa lanciano allarmi sullo Stato di diritto italiano e a sinistra festeggiano. Festeggiano dimenticando sia le parti del rapporto, stilato dalla Commissione europea, in cui si ricorda il buono stato della democrazia in Italia, sia che quegli ammonimenti vengono fatti da un organo politico, dunque di parte. E non a caso gli allarmi vengono lanciati anche e soprattutto su questioni politiche. Esempio plastico di quanto appena detto, è il fatto che persino la riforma del premierato è finita per essere contestata dalla Commissione europea: “Con questa riforma – si legge infatti nel documento –, non sarebbe più possibile per il Presidente della Repubblica trovare una maggioranza alternativa e/o nominare una persona esterna al Parlamento come Primo Ministro. Alcuni stakeholder hanno espresso preoccupazione per modifiche proposte all'attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali, nonché dubbi sul fatto che ciò possa portare maggiore stabilità”.


Raccomandazioni già note

La cosa che tuttavia appare chiara è che le considerazioni della Commissione europea non si basano su documenti e fatti oggettivi, ma essi stessi provengono da pareri altrettanto di parte. L'Europa ha avuto da ridire anche sulla questione Rai, che persino la presidente dimissionaria Marinella Soldi (non una di destra) ha inteso ridimensionare in merito al caso Scurati, ricordando che non c'è stato alcun intento censorio. In generale, la Commissione si è soffermata sulle bufale riguardo la libertà di stampa: “I giornalisti continuano ad affrontare diverse sfide nell'esercizio della loro professione”, dunque il governo dovrà “proseguire l'iter legislativo sul progetto di riforma sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando ogni rischio di impatti negativi sulla libertà di stampa e garantendo che tenga conto delle norme Ue sulla tutela dei giornalisti”. Il tono, da come si evince, non è rancoroso: sono semplici raccomandazioni molte delle quali, come hanno spiegato fonti governative, “già note poiché contenute nei rapporti degli anni precedenti. A questo proposito si ricorda che cinque delle sei raccomandazioni contenute nel Rapporto 2024 sono esattamente identiche a quelle contenute nei Rapporti 2022 e 2023”.


Opinioni di parte

Ma da semplici raccomandazioni, è bastato un nonnulla per trasformarle in allarmi veri e propri, in racconti sulla democrazia in pericolo in Italia. Ovviamente il fautore di questa metamorfosi è il politico medio di sinistra, che non attendeva altro. E, d'altronde, si evince una totale semplicità nel voler ribaltare le parole della Commissione: come se gli italiani stessero lì, pronti ad abboccare alle fandonie lanciate dalla sinistra al solo fine di creare terrore intorno a una situazione che non c'è. Prima di tutto perché, oltre al fatto che si tratta di raccomandazioni di vecchia data, le stesse fonti governative hanno voluto sottolineare che molti pareri sono “non attribuibili direttamente alla Commissione europea ma bensì a soggetti terzi (enti istituzionali non governativi, associazioni di categoria, ONG, ecc), alcuni dei quali apertamente polemici nei confronti del Governo, che la Commissione ha inteso consultare nella fase di redazione del rapporto e la cui opinione è stata poi riportata all'interno del documento (peraltro citando correttamente la fonte)”. E non solo: perché le critiche della Commissione sono “certamente legittime” ma “vanno lette ed interpretate per quelle che sono, ovvero come opinioni di parte”.


Scomodano Mattarella

La strumentalizzazione della sinistra, tuttavia, non si è conclusa qui. Perché, per rafforzare la tesi della democrazia in pericolo, gli avversari dell'esecutivo hanno voluto addirittura scomodare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rileggendo, in quel lavoro di reinterpretazione e di mistificazione che come lo fanno loro non lo fa nessuno, le sue parole in merito alle aggressioni ai danni dei cronisti, lanciando un monito a difesa della libertà di stampa. Anche qui una raccomandazione, non una critica, e non certo al governo, ma all'intero impianto democratico. Ma la sinistra, prontissima, rilegge tutto sovrapponendolo al rapporto della Commissione europea: ed ecco che si fa la frittata, disinformazione a go-go. Tutto pur di criticare la destra.

ANDREA LANDRETTA

LA VOCE DEL PATRIOTA

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