Alta tensione Cina -Taiwan

 

da wikivoyage



49 aerei da guerra, 19 navi da battaglia e 16 unità della guardia costiera. 35 aerei militari che hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan, il confine marittimo di fatto tra i due Paesi. Siamo al secondo giorno di quella che è stata denominata "operazione punitiva" della Cina contro Taiwan. 


A tre giorni dall'insediamento alla presidenza dell'isola di William Lai, ritenuto da Pechino un "pericoloso separatista", le forze armate cinesi hanno mobilitato aerei e navi da guerra per "la presa di controllo del campo di battaglia", come dice una nota del comando del teatro orientale, attraverso un accerchiamento e un blocco aereo-navale con il presidio di cinque aree marittime. 


L'operazione ha il nome di "Spada congiunta 2024-a" e vede l'utilizzo per la prima volta della guardia costiera. Le manovre, oltre a prendere di mira Lai, vogliono essere esplicitamente un "serio monito contro ogni tipo di interferenza straniera". 


Il nuovo presidente di Taiwan, Lai Ching-te (William Lai)AP

Il nuovo presidente di Taiwan, Lai Ching-te (William Lai)

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin si è spinto oltre: coloro che sostengono l'indipendenza di Taiwan rimarranno con "la testa rotta e il sangue che scorre", ha detto nel briefing quotidiano. 


Il governo di Taipei ha risposto e mobilitato le sue forze armate, tra aerei, navi e unità missilistiche, a "difesa della sovranità", accusando Pechino di attuare una "provocazione irrazionale" che "mette in evidenza una mentalità militarista". Lo stesso Lai, indossando per la prima volta i panni del comandante in capo, ha assicurato che Taiwan difenderà i valori della libertà e della democrazia: "Sarò in prima linea con i nostri fratelli e sorelle militari per difendere la sicurezza nazionale" per "preservare la pace e la stabilità nella regione", ha detto Lai dalla base militare di Taoyuan, alle porte di Taipei. 


E c'è chi traccia parallelismi con le politiche militari della Russia in Ucraina.


Xi Jinping Vladimir Putin, cerimonia della firma a Pechino, Cina, giovedì 16 maggio 2024 Pechino, Cina, giovedì 16 maggio 2024LaPresse

Xi Jinping Vladimir Putin, cerimonia della firma a Pechino, Cina, giovedì 16 maggio 2024 Pechino, Cina, giovedì 16 maggio 2024

Non è un caso, forse, che le esercitazioni siano iniziate dopo l'investitura di Lai e la visita a Pechino di Vladimir Putin - con cui Xi ha forgiato una "amicizia eterna".


Il punto portante per il leader cinese è quello di contrastare con ogni mezzo il presidente di Taipei che, nel discorso di insediamento, ha ribadito di voler restare ancorato allo "status quo" in vigore dal 1949 - cioè dalla fine della guerra civile - e quindi alla separazione di fatto delle due sponde dello stretto di Taiwan, tenendosi alla larga dalla dichiarazione di indipendenza. Il che rappresenta una linea rossa, invalicabile, per Pechino: che considera Taiwan una provincia ribelle destinata a rientrare nella madrepatria, con le buone o con le cattive.


Ma il consolidamento della democrazia a Taipei, sempre più vicina agli Usa e all'Occidente a dispetto dell'assenza di rapporti ufficiali, ha aggiunto fretta allo stesso Xi, convinto che il dossier Taiwan non possa essere lasciato alle "generazioni future".


Nel suo intervento di 30 minuti, Lai ha citato lunedì 31 volte la parola democrazia, assicurando che "è chiaro a tutti che la Repubblica di Cina e la Repubblica Popolare Cinese non sono subordinate l'una all'altra". Vista da Pechino, la rivendicazione del nome ufficiale di Taiwan, ha fornito il pretesto per l'"operazione punitiva". Per dare vita, considerate le premesse, all'inizio di un nuovo ciclo di pressione.

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