LE DUE ANIME DELL' AMERICA di Federico Franzin

 LE DUE ANIME DELL' AMERICA

(tratto da "L'altra America. L'anima profonda degli Stati Uniti, dall' identità sudista al fenomeno Trump", Passaggio al Bosco, 2022)

"La figura di Donald Trump, comunque la si voglia definire, ha fatto emergere chiaramente questa linea di rottura: da un lato esiste l'America della finanza, delle mode radical-chic e della "società aperta"; dall'altro sopravvive una galassia diffusa ed eterogenea che non si riconosce nell'establishment e che non vuole assecondare gli esiti di una globalizzazione che sembra voler ridisegnare l'esistente sulla scorta dell'individialismo sfrenato, della sovversione degli ordinamenti tradizionali, del profitto a danno dei molti, del relativismo etico e dei "diritti per tutti". Un vero e proprio conflitto tra due mondi che - per riflesso condizionato - ci vede necessariamente coinvolti. Le recenti "evoluzioni" della società americana, attraversata dalla furia della cancel culture e dall'odio ideologico dei Black Lives Matter, hanno gettato ulteriore benzina sul fuoco: la retorica del "white guilt" e la pressante egemonia di un "pensiero unico" fondato sul cosmopolitismo e sulla decostruzione delle identità, hanno generato un dissenso diffuso e trasversale che ha rotto il muro di gomma della censura "politicamente corretta". 

Donald Trump, che aveva perfettamente compreso queste dinamiche, ha incarnato il modello dell'uomo bianco pronto a scontrarsi con gli interessi dell'élite, una sorta di self-made man che scende in campo per difendere la libertà e restituire al Paese la grandezza smarrita nelle nebbie di un Occidente in costante declino. Sentimenti estremi e passioni profonde, dunque, hanno trovato un concreto spazio di rappresentanza e di espressione nella politica che conta [...] 

La semplificazione culturale del nuovo totalitarismo progressista [...] va di pari passo allo sradicamento delle identità, delle specificità e delle appartenenze. Gli Stati Uniti ne hanno offerto la perfetta testimonianza: la demonizzazione di Trump, colpevole di aver sollevato la questione del "razzismo anti-bianco" e di aver diffidato delle ricette liberal, ci offrono una preoccupante anteprima di ciò che accadrà in ogni anfratto del mondo occidentale.

Chiunque faccia appello ai valori non negoziabili della Tradizione e alla salvaguardia delle sovranità nazionali è, ipso facto, un criminale, un retrogrado e un razzista. 

Siamo di fronte ad una frattura che si allarga con evidente rapidità: gli Stati Uniti, da sempre considerati monolitici e coesi, sono attraversati da una spaccatura profonda e insanabile. Nelle province più remote, nelle fattorie circondate da ettari di piantagioni e nelle periferie abbandonate alla miseria della disoccupazione, vive un'America sconosciuta e sommersa: essa crede ancora nel mito della bandiera e nei valori del Padri Fondatori, rigettando la narrazione imposta da un establishment che ha anteposto il profitto dei colossi al bene comune.

Potrà apparire fuori dal tempo, sguaiata e a tratti caricaturale, ma incarna l'essenza di un popolo che non vuole essere associato alla corruzione dei suoi governanti e all'ingiustizia del suo sistema economico. Questa America è stata volutamente emarginata, umiliata e messa a tacere da una globalizzazione che si è fatta feroce, ideologica e totale: l'hanno relegata ai margini, condannandola al risentimento e alla voglia di riscatto.

Donald Trump aveva saputo leggerla e interpretarla prima degli altri: prendere atto della sua esistenza, oggi, significa comprendere gli Stati Uniti.

L'assalto a Capitol Hill - senza dubbio - risveglia bruscamente le anime candide del pensiero unico, mostrando al mondo una complessità sociale che per troppo tempo è stata snobbata e sopravvalutata. 

Le ferite della Guerra di Secessione si riverberano dunque in una nuova guerra civile? È difficile confermarlo, ma è anche impossibile smentirlo".

FEDERICO FRANZIN


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