La protesta degli agricoltori arriva anche in Italia : marcia dei trattori a Viterbo

foto Ansa

Si allarga la protesta degli agricoltori contro le politiche agricole dell'Europa e le scelte dei governi, ma anche contro la carne coltivata, le farine di insetti, le tasse, il gasolio e la svendita dei terreni



Germania, Francia, Romania e ora anche Italia. Si allarga la protesta degli agricoltori contro le politiche agricole dell'Europa e le scelte dei governi, ma anche contro la carne coltivata, le farine di insetti, le tasse, il gasolio e la svendita dei terreni. In piazza in varie città italiane, sono scesi gli agricoltori autonomi sotto la sigla del Comitato degli agricoltori traditi (C.R.A.). Manifestano a difesa dell'agricoltura e dei territori, del lavoro e delle piccole imprese e contro le importazioni, i sindacati, le banche e le grandi Confederazioni agricole.



Questo mentre a Bruxelles, l'Italia, con il ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida, gioca da mesi una partita istituzionale contro la carne coltivata, cavallo di battaglia lanciato dalla Confederazione nazionale coltivatori diretti (Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana) con una petizione sottoscritta da oltre due milioni di persone. Battaglia che oggi ha incassato l'apertura di un'asse Roma Parigi Vienna, attraverso una nota congiunta inviata all'Ue e sostenuta da altri nove paesi, domani in discussione al Consiglio agricoltura a Bruxelles. Anche se, fa sapere la Commissione europea, non è stata ancora ricevuta «alcuna domanda di autorizzazione, ai sensi della legislazione sui nuovi alimenti». E se una domanda di autorizzazione dovesse essere presentata, «sarà l'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) a valutare».


Anche gli agricoltori autonomi oggi in piazza se la prendono con i nuovi alimenti. Ma non solo. «Agricoltori dal 22 gennaio in strada a oltranza», si legge sulla pagina Facebook del comitato con mobilitazioni a Frosinone, Latina, Torino, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Firenze, Milano, Roma, Caserta e Napoli, ma anche in varie città dell'Umbria, della Sicilia e della Puglia.


Nel Lazio, a Viterbo, una trentina di trattori provenienti da tutte le zone della Tuscia hanno paralizzato la via Cassia. A Bologna oltre 200 mezzi hanno reso difficile la mobilità e una delegazione di quattro trattori si è diretta fin sotto la sede della Regione Emilia-Romagna. Tra i manifestanti anche figure note dell'area complottista e no vax. A Pescara 300 in piazza contro i diktat delle multinazionali, a Grosseto nel mirino l'Ue e i campi incolti. «Traditi dall'Europa», «L'agricoltura sta morendo», «Agricoltori e consumatori vittime della guerra dei prezzi», «Sveglia!», si poteva leggere sugli striscioni.


Alla guida c'è Danilo Calvani, ex leader del Movimento 9 dicembre-Forconi (movimento populista legato all'estrema destra), ora a capo degli Agricoltori traditi. «Siamo al disastro, tasse, accordi internazionali anche bilaterali con paesi che permettono di portare qui merci a pezzi stracciati, ci stanno uccidendo e non abbiamo più rappresentanze sindacali». «Le grandi confederazioni agricole ci hanno tradito», aggiunge amareggiato. Poi avverte: «Anche i consumatori avranno un danno, perché non mangeranno prodotti italiani. Siamo allo stremo: si rischia una gravissima crisi alimentare a meno che non cominceremo a mangiare cavallette, vermi e carne sintetica. Qui ci vogliono portare».


Nel documento all'Ue, redatto dalle delegazioni italiana, francese e austriaca e sostenuta da quelle di Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia, i paesi chiedono che, «prima di qualsiasi autorizzazione» al commercio, la Commissione europea lanci «una vera e propria consultazione pubblica sulla carne coltivata in laboratorio» e conduca una «valutazione d'impatto completa e basata sui fatti».


Inoltre i prodotti a base di cellule «non potranno mai essere definiti carne». Tanto più che Coldiretti lancia una nuova sfida chiedendo che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione «non vengano equiparati a cibo, ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico» ribadendo l'impegno «a costruire con le altre grandi Organizzazioni agricole in Europa una mobilitazione a Bruxelles» per cambiare le politiche dell'Unione europea, dallo stop alle importazioni di cibi extracomunitari senza controllo sul piano sanitario e ambientale ad una politica agricola comune che tuteli il reddito e accompagni la crescita delle imprese agricole fino al no ai cibi a base cellulare.

ATS

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