L'Italia sollecita Libia e Tunisia a istituire una sala di controllo per il ritorno volontario degli immigrati



Il ministro dell'Interno italiano Matteo Piantedosi ha sottolineato la necessità di adottare misure per attuare e rafforzare i rimpatri volontari degli immigrati clandestini nei paesi di origine con l'aiuto di Libia e Tunisia, esortandoli a istituire una sala di controllo congiunta per monitorare le attività.


Lo ha affermato nel corso dell'incontro di Piantedosi con il ministro dell'Interno designato del Governo di unità nazionale, Emad Al-Trabelsi, e il suo omologo tunisino. Kamal Feki, mentre Roma ha ospitato un incontro tripartito per trovare soluzioni urgenti all'immigrazione clandestina e per rimpatriare volontariamente gli immigrati nei loro paesi.


Secondo l'agenzia di stampa italiana Nova, Piantidosi ha ringraziato i suoi omologhi per il loro costante impegno nella prevenzione dell'immigrazione clandestina e ha sottolineato che l'immigrazione è un'emergenza che preoccupa l'intera Unione europea e che la cooperazione su questo tema deve essere rafforzata.


L'obiettivo principale, ha spiegato, è quello di combattere i trafficanti di esseri umani attraverso un impegno congiunto, rafforzando lo scambio di informazioni e le indagini sui flussi migratori, oltre a combattere le operazioni di tratta di esseri umani. 


Piantedosi ha considerato l'incontro con i ministri libico e tunisino come un incontro scaturito dalla volontà comune del loro ultimo incontro a Palermo e come il primo appuntamento per avviare un dialogo organizzato in forma innovativa. 


"I nostri tre paesi sono in prima linea nella gestione delle sfide transnazionali, che sono di cruciale importanza per la stabilità della regione del Mediterraneo." - ha aggiunto Piantedosi. 


Nel frattempo, secondo il Ministero degli Interni, Al-Trabelsi ha richiesto la fornitura di formazione e necessità logistiche per l'Autorità anti-immigrazione clandestina, l'Autorità della guardia di frontiera e la Guardia costiera, per consentire loro di svolgere i loro compiti.

THE LIBYA OBSERVER

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