Piantedosi : " il blocco navale possibile con il completamento della missione Sophia "

 “Il blocco navale potrebbe rientrare nell'Agenda Meloni, come ha spiegato il premier, se si completasse la missione Sophia” così il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi al programma Ping Pong su Radio1 riferendosi  quella che  è stata la prima operazione militare di sicurezza marittima lanciata dall'Unione europea nel Mediterraneo centrale. Una missione che, ha detto il ministro, "fermandosi a degli step intermedi, fece da pull factor, ebbe solo l'esito di portare qui 44mila migranti in più raccolti dalle nostre navi militari. La terza fase della missione prevedeva la possibilità, in accordo con Paesi come la Tunisia, di dispositivi congiunti per la restituzione delle persone che partono e questo sarebbe la piena realizzazione del blocco navale". 


I Centri per i rimpatri "furono introdotti nell'ordinamento italiano con la legge Turco-Napolitano, sotto un governo di sinistra". Ora da lì criticano ma “è il gioco delle parti. Dobbiamo accogliere chi ha diritto ma rimpatriare chi questo diritto non ce l'ha”, ha detto Piantedosi.


Rispetto alle operazioni della Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto, il ministro ha ricordato che sono stati salvati dal mare 83mila migranti su 129mila arrivi. “Questo conferma che i meccanismi di salvataggio sono soprattutto di responsabilità dello Stato. Credo che il dato relativo alle ong sia tra le 5-6mila persone recuperate”. 


“Nuovi Cpr ed espulsioni? Ce lo chiede l'Europa”

Il ministro si riferisce nell'intervista alle misure varate ieri dal Governo, in particolare a quella che prevedono tempi più lunghi di permanenza nei Centri per il rimpatrio. "La norma sui Cpr è contenuta all'interno di una cornice europea che prevede la possibilità del trattenimento fino a 18 mesi. Nulla di complicato riguardo al rispetto dei diritti delle persone. Ho condiviso l'obiettivo con il collega Crosetto per avere la disponibilità del genio militare per la rapida realizzazione delle strutture sul territorio in modo da rafforzare la capacità dello Stato di espulsione: è una cosa che ci chiede l'Europa. È fortemente previsto dalle normative ed è stata sempre una delle raccomandazioni che l'Europa ha fatto all'Italia".

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