Elezioni in Montenegro e Bulgaria

 Il giovane economista ha vinto la sfida al ballottaggio contro il capo di Stato uscente Milo Djukanovic, che era alla ricerca di un terzo mandato



Nella serata di domenica a spoglio ancora in corso, Milo Djukanovic, alla guida del Montenegro ininterrottamente da un trentennio sia come capo di Stato che come premier, ha ammesso la sconfitta al ballottagio per le elezioni presidenziali.


"Il Montenegro ha fatto la sua scelta. Rispetto questa scelta e mi congratulo con Jakov Milatovic", ha dichiarato Djukanovic, che rimarrà al suo posto fino al passaggio di consegne del 21 maggio prossimo.


Milatovic è stato dato da subito per favorito da molti, potendo contare sull'appoggio annunciato dagli altri cinque candidati in lizza al primo turno, tutti avversari di Djukanovic. "Mandare in pensione Djukanovic" è stata la parola d'ordine di Milatovic, che nel duello televisivo a chiusura della campagna elettorale ha definito il presidente uscente "ultimo dittatore europeo", accusandolo della corruzione e della criminalità dilaganti nel Paese.


Bulgaria, testa a testa liberali e conservatori


In Bulgaria, dove domenica si sono svolte le quinte elezioni parlamentari nell'arco di due anni, è un testa a testa tra le due maggiori forze politiche, che fanno presagire nuove difficoltà per la ricerca di una maggioranza politica solida e un governo stabile. Si conferma al tempo stesso la crescente disaffezione dell'elettorato, con una affluenza alle urne al minimo storico degli aventi diritto.


Secondo gli exit poll della Gallup, vince con il 25,3% dei consensi il partito liberale “Continuiamo il cambiamento” (Pp), il cui leader Kiril Petkov si è dimesso nel giugno scorso come premier di una coalizione sfiduciata in Parlamento. Il partito conservatore Gerb, il principale antagonista del Pp, risulterebbe al secondo posto ma distaccato di poco al 24,7%. Il Gerb guidato dall'ex premier Boyko Borissov, combattuto dall'opposizione e contestato dalla popolazione scesa in piazza negli anni scorsi contro la dilagante corruzione e clientelismo, ha governato il Paese per quasi dieci anni nel passato.


Un esito rilevante ma preannunciato del voto di domenica riguarda la continua ascesa del partito nazionalista Vazrazhdane (Rinascita), salito al 14,2% dei consensi collocandosi al terzo posto. Numeri alla mano, Il Pp sarà costretto a cercare difficili alleanze. Diversi analisti non escludono una larga coalizione tra Pp e Gerb, questo a scapito del loro gradimento tra gli elettori. Nei giorni scorsi, infatti, sono trapelate nei media voci che “Paesi partner” della Bulgaria insisterebbero che sia posta fine al circolo vizioso delle elezioni anticipate, perché si formi un governo regolare a qualsiasi condizione.

RSI.CH

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