Il percorso della Scienza è lastricato d’abbagli clamorosi e false congetture.


Tutta la Fisica cosiddetta “classica”, pur in auge per molti secoli fino agli inizi del Novecento, costruita da geni come Newton, è stata successivamente travolta dagli enunciati della Relatività einsteniana e della Meccanica quantistica.

Queste non rappresentano semplici evoluzioni o prosecuzioni dei vecchi principi, ma definiscono un quadro concettuale paradigmatico totalmente innovativo, per molti tratti sconvolgente.

Sicché, quando si celebra la Scienza come un feticcio, e la Politica ne pretende l’adorazione acritica, a me viene un accesso di sdegno. È esercizio smaccato di pura e pericolosa malafede.

Bene, anche nel campo della Climatologia entrano in conflitto diverse ipotesi di scenario. A fronte della prosopopea sul riscaldamento globale d’origine antropico, altri gruppi di studio, analizzando l’attività del sole e la dinamica delle macchie solari, nonché la configurazione orbitale della Terra, prevedono una consistente diminuzione del flusso d’energia radiante che investirà il Pianeta.

Ne deducono la prospettiva d'un raffreddamento per i prossimi decenni. Che s'inquadrerebbe nel processo di lungo periodo che porterà, ineluttabilmente, a una nuova glaciazione sulla Terra.

Questo per dire che le tante isterie odierne sul cambiamento climatico non si fondano su previsioni univoche, ma rispondono a sollecitazioni selezionate per coerenza con le grandi strategie globali dell'economia, all'interno d'un ventaglio d'ipotesi scientifiche variegato.

Se fossero confermate le teorie che prospettano il trend glaciale, un incremento d’effetto serra diventerebbe addirittura benefico.

Abbiamo infatti constatato, in America, come sia il freddo polare a costituire il vero pericolo mortale per l’umanità.

VITO BORRELLI

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