Decreto sicurezza, approvate in Consiglio dei ministri le nuove norme sull'immigrazione ( solo aria fritta da parte del governo Meloni...)

Decreto sicurezza, approvate in Consiglio dei ministri le nuove norme sull'immigrazione

E dopo aver promesso in campagna elettorale, addirittura il Blocco Navale per fermare le navi Ong palesemente in combutta con le organizzazioni di scafisti del Magreb, ed inoltre dopo aver promesso misure incisive contro il crimine dilagante, ecco che arriva questo Decreto Sicurezza varato dal governo Meloni, che e' semplicemente " aria fritta ". Non ci sono infatti quelle misure drastiche ed incisive che gli elettori di centrodestra si aspettavano da questo governo : non sono previsti infatti gli arresti per i comandanti e gli equipaggi delle navi Ong, che palesemente sono responsabili della tratta di esseri umani, secondo non sono previste misure veramente efficaci contro il dilagare della violenza criminale nelle periferie e nelle citta' italiane, violenza criminale causata nel 90% dei casi da bande criminali di giovani stranieri. Infatti in questo decreto sicurezza non si parla minimamente di rimpatrio dei sedicenti minori stranieri non accompagnati, che sbarcano a decine di migliaia sulle nostre coste, sedicenti minorenni, in quanto nel 90% dei casi si tratta invece di maggiorenni ed ovviamente pluripregiudicati , di cui i paesi d' origine pensano bene di scaricare in Italia. Nel decreto sicurezza non sono previsti piani efficaci di rimpatrio per gli oltre 40.000 detenuti extracomunitari che affollano le nostre carceri e che all' interno di esse sempre piu' sono responsabili di gravi sommosse. Altra grossa tematiche non affrontata dal decreto sicurezza e' la violenza sulle donne, commessa al 90% da clandestini, non si parla infatti di un loro immediato rimpatrio in caso di violenza sessuale e le misure decise dal governo sono veramente offensive per le donne.  Un fallimento su tutta la linea dunque per il governo Meloni, che ricordiamo sulla Sicurezza aveva impostato tutta la sua recente campagna elettorale.
EZIO BELLEI

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