La conosce Budapest, il garzone di Bilderberg?


Una città suggestiva, maestosa, raffinata, curata e pulita, dinamica e efficiente, coi servizi pubblici che funzionano com’orologi svizzeri.

Bene. Ora la confronti con la nostra capitale che affoga nella spazzatura e tribola nel caos più indecente.

Ha sentore del grado d’evoluzione civile e culturale dei popoli danubiani, nella cosiddetta Mitteleuropa?

E in particolare del popolo ungherese, così ricco di sensibilità artistiche, artefice per secoli, con l’impero asburgico, dei destini continentali, ai massimi livelli nel sentimento civico e nel rispetto dei beni comuni, gentile e determinato, proiettato nel futuro e custode geloso delle sue belle tradizioni.

Bene. Lo confronti ora col popolo italico, individualista e caciarone, irriguardoso e opportunista.

Ha idea della regola democratica che vige nella Repubblica magiara?

Che sceglie il suo Premier attraverso un rigoroso percorso elettorale mentre da noi troviamo a governare personaggi privi di mandato popolare, arrivati sull’onda d’un’emergenza creata a arte, espressione di poteri forti che d’ogni accreditamento democratico se ne fottono.

Dunque mi spieghi, il garzone di Bilderberg.

Da dove tira fuori quel tono sprezzante, quella pretesa di superiorità, come se l’Ungheria fosse uno Stato paria, spregevole, da deridere e emarginare?

Sarebbe proprio opportuno che quel demente, l'Enrico di Campolargo, si sciacquasse sempre la bocca avanti di profferir parola.

VITO BORRELLI

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