" CI RISIAMO..."

Ci risiamo. I siti dei principali giornali italiani aprono con la notizia del default russo. Per chiarezza si tratta del mancato pagamento in dollari o in euro di interessi per 100 milioni, praticamente un’inezia. Ma il vero bluff è un altro. La Russia da tempo non finanzia il proprio debito sul mercato internazionale e, peraltro, sta sganciandosi da dollaro e euro, legando il rublo al reminbi e alla rupia. Il debito russo, sostanzialmente molto contenuto rispetto al Pil - sarebbe virtuoso per i parametri di Maastricht- è in mano russe quasi interamente ed è coperto con le entrate garantite da gas, petrolio, commodities e materie prime; in estrema sintesi la Russia è in una condizione che oscilla fra la Norvegia, dove sono le rimesse energetiche a finanziare il debito, e il Giappone, dove il debito è tutto in mani giapponesi. Intanto il rublo sta continuando a rafforzarsi. Allora cosa significa il default russo? Nella sostanza nulla, ma per alcuni giornali diventa un titolone. Il vero dato è che il totale isolamento finanziario ed economico della Russia sta creando rapidamente un nuovo capitalismo degli emergenti, in aperto contrasto con il turbo capitalismo ma pronto ad occupare gli spazi proficui dello sfruttamento delle risorse del pianeta. Invece di un capitalismo, ne avremo due in competizione, in una corsa a distruggere qualsiasi idea di mercato equo e qualsiasi prospettiva di comunità.

PROF ALESSANDRO VOLPI

da flickr.com

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