" NATO " strumento nelle mani dell' establishment occidentale

 Gli eventi nazionali confermano i ribaltamenti politici che abbiamo osservato da tempo.

Dietro una retorica bellicista ch'eravamo abituati a associare alla propaganda mussoliniana, oggi s’agitano il piddì e la fazione piddizzata dei grillini. Insieme formano le brigate euroatlantiche, fiduciarie in Italia del potere finanziario che s’incarna in Biden e nei democrat americani. 

Appartengono a quel versante ideologico che non ammetterà mai, come fattore di crisi, il ruolo improprio assunto della NATO, in special modo dopo lo scioglimento dell'impero sovietico. Un ruolo da cui scaturiscono oggi le tensioni più gravi su scala globale.

Un Patto Atlantico che, infatti:

- non è banalmente un’alleanza difensiva, avendo avuto un ruolo da protagonista nei bombardamenti di Belgrado, negli sconvolgimenti libici, nell’invasione dell’Afganistan;

- ha titolo per intervenire non soltanto se (ai sensi dell’art. 4 del Trattato) uno Stato membro è direttamente attaccato, ma anche se (ai sensi dell’art. 5) “nell’opinione di uno dei membri l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza fosse minacciata”

(nel caso ucraino, tanto per dire, se la Polonia provasse inquietudine per la presenza russa);

- non dispensa soltanto sicurezza e protezione, ma installa basi aeree e postazioni missilistiche potenzialmente offensive 

(col proselitismo oggi finalizzato all’accerchiamento nucleare della Russia);

- agisce come fattore moltiplicativo di criticità, potendo trasformare, in base a meccanismi d'estensione automatica, uno scontro locale in un conflitto generale;

- pur nata nel ’49 per contenimento dell’espansionismo comunista sovietico, oggi opera da sentinella armata d’un sistema economico e dell’establishment che ne trae profitto.

VITO BORRELLI


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