La Francia in piazza contro le misure liberticide del despota Macron

 Francia scende in piazza contro Pass sanitario Sabato di manifestazioni intanto in Francia contro le misure annunciate lunedì scorso dal presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron che prevedono, da inizio agosto, il pass sanitario nei trasporti (aerei, pullman e treni), per entrare nei ristoranti, nei bar e l'obbligo di vaccinazione per il personale sanitario. Sono numerosi gli appelli a manifestare che sono arrivati appena tre giorni dopo i cortei che si sono svolti il 14 luglio, in occasione della festa nazionale francese. ''Abbiamo fatto un appello a manifestare per dire no al pass sanitario'', spiega Maxime Nicolle, uno dei volti storici del movimento dei Gilet Gialli che è stato lanciato in Francia nel novembre del 2018. ''Sono già previste manifestazioni in 153 città'', da Parigi a Marsiglia, da Lille a Bordeaux, ''e io ci sarò. E' un movimento di cittadini stufi di essere trattati come bambini e stanchi delle troppe restrizioni alle loro libertà. Questo movimento riunisce tutte le classi popolari della società'', spiega Nicolle.  ''La rabbia nel paese è sempre più profonda e sempre più forte. I gilet gialli hanno rappresentato un inizio di qualcosa che sta crescendo e che si sta espandendo. Tra le cose che infastidiscono di più nelle misure annunciate da Macron è quel voler rendere obbligatorio i vaccini senza renderli obbligatori, a parte chiaramente per il personale sanitario che saranno obbligati a vaccinarsi", prosegue Nicolle. E aggiunge: ''Queste misure sono un attacco ai nostri diritti, alla libertà di circolazione e una violazione alla nostra privacy. Ed è particolarmente stupefacente che giustifichi queste misure parlando di una questione sanitaria. Questo tipo di misura non esiste per gli altri vaccini. Sta dividendo in due la popolazione: i vaccinati da una parte e i non vaccinati d'altra''. Anche il tasso di astensione in Francia, intorno al 66%, per le elezioni regionali di giugno scorso è un chiaro segnalo del distacco tra i cittadini e i politici. ''Le persone non credono più alla politica, non credono più ai politici, a quello che dicono e a quello che fanno. Le persone non hanno più fiducia''. Per Nicolle ''è la fine del sistema politico basato sulla rappresentatività.  Ora, per l'esponente dei gilet gialli, ''bisogna passare a un altro sistema che è quello della democrazia diretta''. E' per questo, spiega, ''che abbiamo proposto i referendum d'iniziativa cittadina (Ric) che permettono di cambiare la Costituzione, di abrogare le leggi, di revocare i rappresentanti e di redigere leggi ordinarie''. - 

RAI NEWS


Commenti