SCONTRI DI PIAZZA IN FRANCIA CON LA POPOLAZIONE CHE SI SOLLEVA CONTRO IL REGIME TECNOCRATICO SANITARIO

 Tornano in diverse città della Francia i manifestanti contro l'articolo 24 della legge sulla "sicurezza globale", dopo le forti tensioni per i cortei - con disordini finali - di sabato scorso. I cortei "per i diritti sociali e la libertà" sono una novantina. Anche oggi la situazione non sembra tranquilla, con i primi scontri a Parigi subito dopo la partenza della manifestazione dalla Porte del Lilas, nella periferia est. Gruppi di giovani hanno lanciato oggetti contro la polizia e gli agenti hanno risposto con i lacrimogeni. Vetrine di negozi e di agenzie di banche e assicurazioni sono andate in frantumi, molti i petardi lanciati e i cassonetti in fiamme. Secondo il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, che ringrazia la polizia per la gestione della situazione, almeno 22 persone sono state fermate.  Inizialmente prevista come manifestazione sindacale contro la precarietà, la giornata di sabato vede aggregarsi vari gruppi di protesta. Secondo il segretario generale del sindacato CGT Philippe Martinez alla fine tutte le cause convergono: "Non c'è differenza tra libertà pubbliche e individuali e il fatto di lottare contro la precarietà e la disoccupazione, soprattutto in questo periodo", dichiara Martinez. "Negli ultimi due anni ho visto spesso la violenza nelle manifestazioni, è anormale che non si possa filmare", ha dichiarato ad AFP Nadine, tra le fila dei gilet gialli, presenti anche oggi nelle piazze. Il testo della legge sulla sicurezza è accusato dai manifestanti di violare "la libertà di stampa, di espressione e di manifestazione" oltre a prevedere "strumenti di sorveglianza di massa". La protesta è stata esacerbata da episodi di violenza della polizia, ultimo dei quali, una decina di giorni fa, il pestaggio da parte di 3 poliziotti di un produttore musicale a Parigi. I responsabili sono sotto inchiesta, in stato di custodia cautelare. Il presidente Emmanuel Macron ha definito l'episodio - filmato dalle telecamere di sorveglianza e finito su tutti i social network - "una vergogna per la Francia".  Alla vigilia della manifestazione, Macron, intervistato dal media on-line Brut, ha dichiarato che in Francia "non si restringono le libertà". Per lui, in questi ultimi giorni, il Paese è stato dipinto in modo "caricaturale", anche da alcuni media stranieri. "Alcuni ritengono che in Francia ridurremo le libertà. Ma finché sarò qui non sarà il caso. Siamo forse un paese in cui la libertà di manifestare è a rischio? No. E la libertà di stampa è messa in causa? No. E' una grande bugia. Non siamo l'Ungheria né la Turchia", ha tagliato corto il presidente. 

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