FASE 2 : ED IL CAPO DEL GOVERNO GIUSEPPE CONTE DECIDE DI " NON DECIDERE "

E nell' annunziato discorso alla nazione a reti unificate, il capo del governo Giuseppe Conte ha annunciato la cosiddetta " fase 2 " in relazione all' emergenza da Covid-19. Una " fase 2 " che e' praticamente simile alla  " fase 1 ", se si esclude la ripresa delle attivita' industriali e commerciali di prima importanza, mentre baristi e parrucchieri dovranno aspettare se tutto va bene a giugno per riaprire le proprie attivita' commerciale, sempre che non abbiano deciso di chiudere definitivamente.
In realta' Giuseppe Conte ha deciso di non decidere, essendo un capo del governo nelle mani di un pool di tecnocrati , sia medici che economisti, i quali impongono le loro direttive ovviamente senza bisogno del Parlamento. Siamo ovviamente fuori di ogni ambito di legittimita' costituzionale , fatto evidenziato anche dalla restrizione gravissima della liberta' di culto, con il divieto di celebrare le messe, e per questo motivo la stessa Cei, la Conferenza Episcopale, e' uscita con una nota durissima in serata, cosa che ha provocato l' altrettanto duro intervento del senatore lucchese del Pd Marcucci, critico verso capo di governo. Tralasciamo il fatto che il capo del governo e' stato molto vaga, anzi confuso nel parlare delle misure di sostegno finanziario alle categorie economiche piu' colpite dall' emergenza, risorse finanziarie che ovviamente non ci sono, perche' questo paese e' virtualmente fallito, e per reperire risorse dovra' rivolgersi agli " strozzini " tedeschi ed olandesi attraverso il Mes, un vero e proprio prestito a tassi da usura, che prefigura scenari ben piu' peggiori di quelli Greci per l' economia italiana. In tutto questo quadro, va registrato anche " l' assordante silenzio " dell' opposizione di centrodestra, incapace di mobilitare il paese contro questo comitato ristretto di tecnocrati che impongono decreti a getto continuo, con evidenti limiti di legittimita' costituzionale.
Intanto negli altri paesi europei ripartono le attivita' commerciali e lavorative, comprese le scuole, fatto che sara' destinato ulteriormente ad allargare il divario economico tra l' Italia, paese ormai ad un passo dalla catastrofe ed il resto d' Europa.
EZIO BELLEI

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