TREGUA VIOLATA IN LIBIA : OFFENSIVA DEL GENERALE HAFTAR VERSO MISURATA

MONDO Scontri vicino la città di Abugrain Libia: tregua violata, le forze di Haftar avanzano a sud est di Misurata, almeno 17 morti Le Nazioni Unite accusano: "La violazione dell'embargo sulle armi mette a rischio la tregua. Continua il trasferimento di combattenti stranieri e armamenti da parte di alcuni Paesi presenti a Berlino". Intanto il blocco del petrolio deciso da Haftar è costato finora alla Libia 318 milioni di dollari Tweet Presidente Iraq a Mattarella: "C'è il rischio che l'Isis vada in Libia" Libia, sei razzi contro l'aeroporto di Tripoli: voli sospesi Conte, blocco export greggio dalla Libia: "Evitare iniziative di questo genere" Libia, Mattarella: "Non si può prendere il potere con le armi" 26 gennaio 2020 Almeno sette uomini delle forze vicine al Governo di accordo nazionale del premier libico, Fayez al Serraj, e un'altra decina delle truppe rivali, le forze al comando del generale Khalifa Haftar, sono morte nei violenti scontri avvenuti a sud della città Stato di Misurata. Il governo riconosciuto dall'Onu ha accusato le truppe di Haftar di aver violato la tregua tra le parti e la richiesta di cessate il fuoco della Conferenza di Berlino. Gli scontri sono avvenuti nelle città costiere di Al Hisha, Wed Zumzum e Abu Qurain a sud della città situata a 200 chilometri a est di Tripoli. Lo riportano fonti delle milizie alleate al governo di Tripoli, riconosciuto a livello internazionale. Le forze di Haftar stanno avanzando a circa 120 chilometri a est di Misurata, vicino alla città di Abugrain. Allo stesso tempo, un ufficiale delle forze di Haftar ha fatto sapere di aver strappato il controllo di due città, Qaddaheya e Wadi Zamzam, proprio sulla strada per Abugrain. Tregua violata Il governo di Tripoli guidato da Fayez al Sarraj ha accusato le forze del generale Khalifa Haftar di aver violato la tregua fra le parti. Secondo Mohammed Gnougnou, portavoce del Governo di accordo nazionale (Gna), le milizie dell'Esercito nazionale libico (Lna) hanno bombardato oggi anche la città di Tripoli. Gli uomini di Haftar, ha aggiunto, stanno anche cercando di avanzare nell'area di Abugrain, a est della città di Misurata, schierata con lo Gna. "Con le sue ripetute violazioni, il nemico rende inutile il cessate il fuoco", ha dichiarato Gnougnou. A conferma della presenza di feriti è intervenuto il portavoce del Ministero della Sanità di Tripoli, Fawzi Onis: "Tre persone sono rimaste ferite a seguito di un lancio sporadico di razzi su di un caffè nella zona di Al Kasi ad Abu Salim, a Tripoli".  La denuncia delle Nazioni Unite La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) rileva "continue violazioni" all'embargo di armi dirette ai contendenti in Libia, violazioni che costituiscono una seria minaccia alla tregua. L'Unsmil "si rammarica profondamente per le continue e flagranti violazioni dell'embargo sulle armi in Libia, anche dopo gli impegni assunti al riguardo dai Paesi interessati durante la Conferenza internazionale sulla Libia tenutasi a Berlino il 19 gennaio 2020". La nota dell'Onu La missione Onu rileva: "La tregua del 12 gennaio concordata dal Governo dell'Accordo Nazionale (GNA) e dall'Esercito Nazionale Libico (LNA), che ha portato a una notevole riduzione delle ostilità a Tripoli, ha fornito una necessaria tregua ai civili della capitale. Tuttavia, questa fragile tregua è ora minacciata dal continuo trasferimento di combattenti stranieri, armi, munizioni e sistemi avanzati alle parti da parte degli Stati membri, compresi alcuni che hanno partecipato alla Conferenza di Berlino". "Negli ultimi dieci giorni - sottolinea Unsmil - sono stati osservati numerosi voli cargo e altri voli che sono atterrati negli aeroporti libici nella parte occidentale e orientale del Paese, fornendo alle parti armi avanzate, veicoli corazzati, consiglieri e combattenti. La missione condanna queste violazioni in corso, che rischiano di far sprofondare il Paese in un nuovo e più intenso ciclo di combattimenti".    Dal blocco al petrolio danni per 318 milioni di dollari E' salito a quasi 318 milioni di dollari in sette giorni il danno economico provocato dal blocco dei terminal del Golfo della Sirte e dalla chiusura di valvole in due oleodotti imposta dalle forze del generale Khalifa Haftar. Solo ieri la Noc aveva fissato il danno a 256,6 milioni di dollari, oltre 62 milioni di dollari in meno su oggi. Lo ha reso noto un nuovo bollettino pubblicato oggi dalla Noc, la compagnia petrolifera nazionale libica, precisando che il 24 gennaio la produzione di petrolio in Libia è scesa a poco più di 284mila barili al giorno rispetto agli 1,22 milioni prodotti prima del 18 gennaio.
RAI NEWS

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