EUROPA IN ORDINE SPARSO SUL PROBLEMA CLANDESTINI


Sembra rimasta in alto mare la possibilità di estendere l'accordo di ridistribuzione automatica dei migranti giunti via mare in Europa. Da Lussemburgo dove erano riuniti i ministri dell'Interno dell'Unione, c'è stata un'adesione minima, la ministra italiana Luciana Lamorgese non ha voluto dare dati.

Ma a sottoscrivere l'accordo al momento, oltre ai 4 paesi all'origine dell'intesa, ci sarebbero Lussemburgo, Irlanda e Portogallo. L'auspicio era che già oggi il gruppo dei volenterosi si allargasse a 10 paesi.

È sicuramente un'occasione persa, per il commissario europeo alla Migrazione, Dimitris Avramopulos, che alla vigilia del Consiglio si dichiarava fiducioso chiedendo comunque uno sforzo comune e solidarietà:

"Non possimao continuare così nel Mediterraneo, abbiamo bisogno di un meccanismo permanente, non possiamo continuare con soluzioni tampone".



Non mancano i Paesi contrari, tra gli altri Spagna e Grecia, la Grecia che teme una nuova crisi come quella del 2015 se la situazione in Siria - con le ultimi cambiamenti sul campo di Stati Uniti e Turchia - dovesse degenerare. Così come sono contrari i Paesi del Gruppo Visegrad, il governo ungherese si dice pronto solo a tutelare i migranti in questo modo, come riferisce il portavoce István Hollik Hungarian: "Possiamo imaginare quote per procedere ai rimpatri ma non a un meccanismo automatico di ridistribuzione. Non dobbiamo consentire l'accesso ma rimpatriare chi è qui illegalmente".

L'accordo di Malta sarà nuovamente sul tavolo dei 28 nel prossimo Consiglio europeo, se fosse accolto sarebbe il primo passo per rivedere il sistema d'asilo comune.
EURONEWS

Commenti