SIGNOR CONTE, FINIAMOLA DI PARLARE A VANVERA DELL'EVASIONE FISCALE E CERCHIAMO, INVECE, DI ESTENDERE I BENEFICI DELLA RIDUZIONE DEL CUNEO FISCALE AI MILIONI DI PENSIONATI CHE VIVONO NELL'INDIGENZA E NELLA POVERTA'.


Il signor Conte, che ama passeggiare e dialogare con le nobildonne sue pari, mostra di capire poco se non niente di fisco. A guisa di spaventapasseri ha imbracciato la durlindana, di donchisciottesca memoria, gridando ai quattro venti che vuole combattere l'evasione fiscale, tuttavia deplorevolmente dimenticando che vera causa dell'evasione sono le aliquote troppo elevate applicate da uno Stato strozzino che non vuole saperne di modificarle, perfino condannate dal più bieco degli usurai. Il nostro sistema fiscale, signor Conte, è un autentico catenaccio avvolto al collo dei contribuenti più poveri, che ne comprime la volontà di fare, di operare, determinandone l'asfissia, la povertà, la chiusura preventiva, il dissesto finanziario e il fallimento. Signor Conte, non le sue chiacchiere anti Salvini, che francamente ci hanno stufato, rivelatrici di astio e incompetenza, occorrono, ma un nuovo sistema fiscale improntato alla semplicità, all'equità, alla chiarezza e alla trasparenza, Se lei è del tutto incapace di realizzarlo lasci perdere le carte di credito, si faccia da parte e lasci ad altre persone più qualificate il compito di progettarlo e di portarlo a compimento, PER IL SEMPLICE FATTO CHE GLI ITALIANI, IN ISPECIE QUELLI PIU' POVERI E MENO ABBIENTI NE SONO IN ATTESA DA TEMPO IMMEMORE. LEI è ARRIVATO AL COMANDO CON UN COLPO DI MANO AVALLATO DA MATARELLA E QUESTO MI INDUCE A SPERARE IN UN NUOVO COLPO DI MANO CHE CI TOLGA L'INCOMODO DELLA SUA PRESENZA.
GIOVANNI BERTEI

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