SE VIOLATE LE ACQUE TERRITORIALI ITALIANE, COMANDANTE ED EQUIPAGGIO DELLA NAVE SEA WATCH DA ARRESTARE PER IL REATO DI PIRATERIA E COMMERCIO DI SCHIAVI

E di nuovo una provocazione dal parte della nave Ong sea Watch che tenta di entrare in acque territoriali italiane per sbarcare l' ennesimo carico di finti profughi. Si profila l' ennesimo braccio di ferro tra governo italiano e queste Ong, che sono supportate da Germania ed Olanda in quanto battono la loro bandiera. Ma in caso di violazione da parte di queste navi  , del limite delle acque territoriali italiane, il diritto marittimo internazionale e' chiarissimo , per cui l' azione giudiziaria e penale e' doverosa ed automatica da parte dello stato italiano :


lo Stato può fermare e abbordare navi straniere al fine di accertarne la nazionalità, o per verificare che la nave non compia atti di pirateria, di commercio di schiavi o altre attività illecite stabilite dall'articolo 110 della Convenzione di Montego Bay; tuttavia, se il sospetto sull'attività svolta dalla nave o sulla sua nazionalità si rivela infondato, lo Stato che ha proceduto all'abbordaggio deve risarcire i danni e le perdite provocate;
ogni Stato può catturare qualsiasi nave, mercantile o da guerra, impegnata in atti di pirateria o di commercio di schiavi, ed esercitare la propria giurisdizione penale sull'equipaggio;
ogni Stato può inseguire e catturare navi sospettate di aver violato le proprie leggi nelle sue acque interne, nel suo mare territoriale o nella sua zona contigua, nei modi stabiliti dall'articolo 111 della Convenzione di Montego Bay.
EDO BAGATTI

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