MA LA POLITICA ESTERA IN LIBIA LA FA IL GOVERNO ITALIANO O L' ENI ?

Ed in merito alle recenti interviste alla stampa da parte dell' amministratore delegato dell' Eni, De Scalzi, dichiarazioni incentrati sulle problematiche relative alla crisi libica, vi e' il fondato sospetto che la politica estera in verso quel paese, non sia stabilita dal governo italiano, ma dettata da interessi ovviamente petroliferi a cui la stessa Eni e' parte interessata. Tutta questa accondiscenza del governo italiano verso le autorita' di Tripoli del premier Serraj , un fantoccio voluto da Onu ed Ue in funzione anti Egitto e Russia, non nasconde il fatto che l' interesse primario italiano e' quello di tutelare gli investimenti Eni in Libia, che sarebbero a rischio nel caso di divisione in due del paese, la Tripolitania filo occidentale e la Cirenaica sempre piu' filo egiziana e russa... , fatto che comporterebbe la perdita delle installazioni petrolifere Eni in Libia con miliardi di dollari persi. Ed allora tutto questo flusso incontrollato di clandestini fatti liberamente partire dal governo libico di Tripoli, non sta dietro forse ad accordi piu' o meno taciti per il controllo delle risorse petrolifere libiche, accordi non decisi dalle autorita' governative italiane, ma da queste multinazionali del petrolio che difendono i loro lucrosi interessi . Governo libico di Tripoli che ovviamente se respingesse i barconi dovrebbe mantenere centinaia di migliaia di clandestini ed allora meglio spedirli in Italia, con in cambio la promessa di non privare l' Eni dei suoi lucrosi investimenti in Libia.
AUSTRIACANTE

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